venerdì 11 gennaio 2013

Bolivia: McDonald’s se ne deve andare

McDonald's, il gigante del fast-food, è stato costretto a lasciare la Bolivia. Complice la caduta dei profitti in un Paese che ad omologarsi al panino globale ancora non ci sta. I boliviani, particolarmente gelosi della loro cultura e delle loro tradizioni, hanno mostrato al mondo intero che, a volte, per essere padroni in casa propria basta fare delle scelte piuttosto che altre.

di Andrea Bertaglio - 26 Gennaio 2012 www.ilcambiamento.it

mcdonalds boliviaNonostante il dominio indiscusso di banche e multinazionali, succedono ancora cose in grado di stupire, o di fare sperare che un giorno si potrà finalmente liberare il mondo dal giogo del capitalismo di rapina che lo sta letteralmente soffocando. A fare credere in ciò è stata la chiusura di McDonald’s in Bolivia. Nonostante le milionarie campagne pubblicitarie con cui la multinazionale statunitense ha tartassato la popolazione locale, il colosso è stato abbandonato anche dall’ultima speranza, quella di riempire gli otto suoi nuovi 'ristoranti' nelle principali città del Paese andino.

Niente da fare, ai boliviani il McMenu proprio non va, ed il marchio più noto e diffuso del pianeta ha dovuto fare i bagagli e tornarsene mestamente a casa sua. I motivi sono molteplici e chi conosce meglio la Bolivia ritiene che questi non siano solamente di carattere ideologico.
Certo gli abitanti della Bolivia, noti per un forte mantenimento delle proprie radici, non provano molta simpatia per i gringos, né per tutti coloro che giungono con l’intenzione di sfruttare la loro terra e le loro risorse. Ma la vicenda di McDonald’s sarebbe collegata soprattutto ai gusti dei boliviani stessi, ancora indissolubilmente legati al concetto del buen vivir, in cui rientra anche un approccio genuino (e slow) con la cucina, e con un cibo locale dai prezzi ridotti, che non ha bisogno né di 'offerte' né di pubblicità.
L’amore dei boliviani per i panini e le patatine fritte della corporation statunitense durò in effetti solamente sei mesi, quelli seguenti l’apertura dei primi punti vendita della catena. In quei giorni, i nuovi negozi erano pieni, e al loro esterno si vedevano promettenti file di curiosi i quali, però, nonostante gli innumerevoli tentativi della multinazionale di rendere sapori e ambienti più consoni al gusto locale, decisero in fretta di non farvi più ritorno.

giovedì 10 gennaio 2013

Lavorare da McDonald’s? No grazie!

Da una settimana o più passa in televisione una pubblicità che mi piace, quella di McDonald, è fatta veramente bene, ti immedesimi con la compagnia, perchè da lavoro ai giovani che vivono in Italia e perchè nel 2013 ne darà ancora di posti di lavoro.Adoro il jingle McDonald, poi passati quei 30 secondi mi ricordo che offrono un cibo a prezzi stracciati perchè scadenti ma accessibili a tutti e sopratutto l'unico cibo disponibile per le persone non abbienti. Ecco la fortuna di McDonald: i poveri.

Guarda la pubblicità indovina chi è il regista?



Mc Donald's, lo spot che offre lavoro
"Lavorare in Mc Donald's" è lo spot filmato dal regista, premio Oscar, Gabriele Salvatores che ha scatenato le proteste della Filcams Cgil per l'annuncio di nuovi punti ristoro e tremila assunzioni. Il sindacato, in risposta allo spot, ha invitato la multinazionale del fast food a relazioni sindacali stabili e a "discutere di piano industriale e di investimenti, di aperture previste e di prospettive occupazionali". McDonald's, si afferma, "è una di quelle rare multinazionali del comparto della ristorazione commerciale/veloce, se non l'unica, ad essersi sistematicamente sottratta al confronto in ordine alla condivisione di un contratto integrativo aziendale"

di Paolo Ermani - 10 Gennaio 2013 Www.ilcambiamento.it

E' stata lanciata da McDonald's la campagna pubblicitaria sulle assunzioni: l'azienda annuncia di voler creare tremila nuovi posti di lavoro in Italia nei prossimi tre anni. La Cgil contesta l'offerta della multinazionale americana sostenendo che si tratta di impieghi precari. Inquinamento, nocività del cibo venduto, sfruttamento degli animali e disboscamento dovrebbero essere però le principali questioni da considerare prima di decidere di entrare a far parte della più nota catena di fast food del mondo.

McDonald’s recentemente sta pubblicizzando l’intenzione di assumere tremila lavoratori nei prossimi tre anni e, sfruttando il momento di forte disoccupazione, cerca di fare bella figura agli occhi dell’opinione pubblica.
Il sindacato ha contestato la pubblicità dicendo che si tratta soprattutto di lavoro precario. Peccato però non porsi il problema e la questione più importante e cioè: lavorare per McDonald’s è positivo, è giusto? McDonald’s è una delle multinazionali più aggressive e inquinanti del pianeta. Per rifornirla di carne vengono uccisi milioni di animali ogni anno in un olocausto di dimensioni anche difficilmente immaginabili.