Diverse ricerche scientifiche dimostrano l’efficacia delle piante
nel depurare l’aria da sostanze tossiche per l’organismo, quali la
formaldeide, lo xilene o il benzene, presenti in tutti gli ambienti
domestici, in ufficio, nelle scuole e nei locali pubblici a causa
dell'evaporazione dei solventi contenuti in pitture, vernici, adesivi,
detergenti, stampanti laser e fotocopiatrici. Non solo, alcune piante
sono addirittura in grado di ridurre gli effetti dello smog.
Vernici e colle dei mobili in truciolato, detersivi, fumo di sigaretta,
inchiostro delle stampanti e materiali edili sono solo alcune delle
fonti che, rilasciando
fattori tossici, avvelenano l’aria che respiriamo. L’inalazione di queste sostanze può comportare problemi alla salute noti come
“sindrome dell’edificio malato”
o Sick Building Syndrome (SBS), provocando allergie, cefalee,
affaticamento e fastidi alle vie respiratorie. Un problema ancor più
consistente se consideriamo il grado di isolamento (materiali coibenti,
doppi e tripli vetri, ecc.) che caratterizza le abitazioni moderne.
La buona notizia è che alcune varietà di piante (in misura di circa 1 ogni 10 mq) sono in grado di catturare anche
l'80% dell'inquinamento presente all'interno delle case e degli uffici, rilasciando al contempo umidità e ossigeno. Questo perché i fattori tossici presenti nell’aria sono
assorbiti dalle foglie
attraverso minuscole aperture dette stomi. Grazie a questo processo di
metabolismo vegetale, i metalli e gli altri elementi tossici vengono
resi inerti, metabolizzate e immagazzinate nelle pareti cellulari.
Una capacità scoperta quasi per caso: negli anni Sessanta alcuni ricercatori della
Nasa
(l'Ente aerospaziale Usa) stavano sperimentando soluzioni per smaltire
l'anidride carbonica nelle navicelle spaziali e scoprirono che alcuni
vegetali riuscivano ad assorbire molte altre sostanze nocive.
Recentemente i risultati delle ricerche italiane che pongono l’accento sull'importanza delle
piante come strumento anti-inquinamento sono stati diffusi nel corso del convegno “Verde e ambiente, un binomio di ampio respiro” organizzato dall’associazione
Promogiardinaggio ,
che si è tenuto lo scorso 23 marzo a Milano. Il congresso, moderato da
Paolo Ricotti, docente dell’Università Milano-Bicocca e presidente di
Planet Life Economy Foundation, si è avvalso dei contributi scientifici
di esperti nel settore come Nelson Marmiroli, docente dell’Università di
Parma, Giorgio Celli dell’Università di Bologna, l’architetto Paolo De
Martin di CasaClima e Francesca Rapparini, del CNR Istituto di
Biometeorologia di Bologna.
“Studi
condotti su cinquanta tra le principali piante da appartamento, per
testarne la capacità di assorbimento degli inquinanti presenti negli
ambienti chiusi, hanno dimostrato che alcune riescono a eliminare
sostanze tossiche per l’organismo, quali la formaldeide, lo xilene o il
benzene, contenuti nei materiali per l’edilizia e l’arredamento - spiega Francesca Rapparini
(f.rapparini@ibimet.cnr.it) ricercatrice nella sezione di Bologna
dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Consiglio nazionale delle
ricerche - le più efficaci, sono la dracena, il filodendro, lo
spatifillo e la gerbera, che assorbono più dell’80 per cento di
inquinanti indoor. Attive, anche l’aloe, il ciclamino, la begonia e la
stella di Natale”.“Si tratta di specie contraddistinte
da due importanti caratteristiche: hanno foglie a superficie larga, in
grado quindi di assorbire le polveri sottili e non rilasciano terpeni,
elementi dai quali dipende il profumo, ma che reagiscono con gli
inquinanti emessi dalle automobili, formando ozono troposferico, dannoso
per l’uomo e per l’ambiente” prosegue la ricercatrice dell’Ibimet-Cnr.
Anche negli spazi aperti come
giardini o strade cittadine,
le piante contribuiscono a ridurre gli effetti dello smog assimilando
monossido di carbonio, anidrite solforosa, biossido d’azoto e
polveri sottili e attenuando il
rumore del traffico,
come dimostrato da uno studio realizzato da ricercatori della Warnell
School of Forestry and Natural Resources, in Georgia, in cui è emersa
la capacità di un viale alberato di abbattere il 60% dello smog prodotto
dalle auto che lo percorrono.
Le specie più indicate per depurare l’aria in città sono i
platani, i tigli, i pini, le acacie, i cedri, i lecci, le palme, e alberi da siepe come il lauro, il pitosforo e il ligustro.
Nell’elenco che segue sono indicate alcune delle principali
piante “mangia smog” da appartamento e le sostanze nocive che ciascuna di esse è in grado di assorbire:
Il Ficus benjamina
Felce di Boston: efficace per assorbire l’inquinamento da formaldeide
Edera: assorbe efficacemente tricloroetilene e benzene
Clorofito: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Spatifillo: assorbe tricloroetilene, formaldeide e benzene
Pothos: utile per la depurazione dalla formaldeide e dal fumo di sigarette
Aloe: efficace per assorbire l’inquinamento da tricloroetilene
Sansevieria: assorbe fattori tossici e combatte l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche
Dieffenbachia: efficace per assorbire l’inquinamento da xylene e toluene
Croton: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Dracena: efficace per assorbire benzene, tricloroetilene e toluene
Anturio: assorbe l’inquinamento da benzene e formaldeide
Stella di Natale: efficace per combattere l’inquinamento da benzene
Ficus benjamina: assorbe formaldeide e benzene, attivo anche contro il fumo di sigaretta
Monstera: efficace per assorbire formaldeide e benzene
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Kalanchoe, originaria del Madagascar |
Kalanchoe: assorbe fattori tossici e combatte l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche