sabato 31 marzo 2012

Tallin, prima capitale europea con trasporti pubblici gratuiti

28 Marzo 2012  www.ilcambiamento.it

tallin busAutobus, filobus e tram gratis per promuovere la mobilità sostenibile e disincentivare l'utilizzo delle macchine. Come sancito da un referendum popolare, a partire dal 1 gennaio 2013 Tallin, la capitale dell'Estonia, diventerà la prima capitale europea con i trasporti pubblici gratuiti. Lo ha annunciato il sindaco Edgar Savisaar sottolineando che l'iniziativa renderà la capitale estone “l'ammiraglia del movimento verde in Europa”.

L’operazione avrà un costo di 22 milioni di euro ed è finalizzata a decongestionare il traffico nella capitale. Quella dell'Estonia non è una novità assoluta: Seattle, Portland, Calgary, Sydney, Melbourne hanno già in precedenza adottato lo stesso provvedimento.

Nel 1973, quando era sindaco Zangheri, ci aveva provato anche Bologna ma il progetto è stato poi interrotto per difficoltà di bilancio della municipalizzata ATC. Nel 1997 l'esperimento del capoluogo emiliano è stato replicato ad Hasselt, in Belgio. L'iniziativa è stata un vero successo: è aumentata la qualità dell’aria e diminuito il rumore.

In Italia, intanto, si continua a respirare una brutta aria. A Milano, in particolare, si registrano livelli di smog fuorilegge due giorni su tre. Dall’inizio del 2012 si è arrivati al record di 57 giorni su 83 sopra i limiti di PM10. Il rischio ora è anche quello di una procedura di infrazione dell’Unione Europea nei confronti della Lombardia.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse da qui al 2050 linquinamento dell’aria, già responsabile di oltre un milione di decessi, rappresenterà la principale causa di 3,6 milioni di morti all’anno in tutto il mondo. Oggi, come sottolinea il documento, soltanto il due per cento della popolazione urbana mondiale vive con concentrazioni di pm10 accettabili, mentre il 70 per cento ne deve subire più di 70, una cifra che è destinata a crescere nei prossimi anni.

L'orto sul balcone

E' ora di pensare anche per chi vive in città a una propria produzione alimentare. Molti i vantaggi oltre al risparmio sono la soddisfazzione di aver fatto nascere e crescere un essere vivente e  la soddisfazione di sapere cosa stai mangiando.

da www.viviconstile.org  Rubrica del sito di LEGAMBIENTE
 
Stanchi dei soliti gerani in vaso? Vorreste cambiare look al vostro balcone? Coltivate il sogno di veder crescere verdure e ortaggi direttamente a casa vostra? Ecco i consigli principali per mettervi subito all'opera e trasformare il vostro piccolo terrazzo in un mini orto biologico.
 

Abbiamo 9 consigli per te

Difficoltà Convenienza
1 Osservo il mio balcone, le sue dimensioni e l'esposizione al sole e al vento. Faccio un piccolo progetto (realistico) di cosa posso coltivare e cosa no.
2 Se il balcone è a ridosso di una strada o esposto a forte sole o vento creo una barriera di protezione con una pianta rampicante sulla ringhiera. Questo metterà al riparo il raccolto e in più contribuirà ad attenuare il rumore del traffico.
3 Nella scelta delle piante prediligo le varietà locali, più resistenti e adatte alla temperatura e all'umidità della mia zona.
4 Dispongo vasi di dimensioni e profondità diverse per assecondare la necessità delle piante che ho scelto di coltivare.
5 Innaffio con parsimonia e sempre al mattino presto o verso sera, quando l'acqua evapora più lentamente ma viene assorbita dalle radici della pianta.
6 Riservo un angolo del balcone per una compostiera di plastica riciclata di piccole dimensioni: in solo qualche mese, i nostri rifiuti organici diventeranno un buon concime per il terreno.
7 In inverno foraggio una piccola mangiatoia per uccellini insettivori sul balcone: nella bella stagione disdegneranno il mio mangime, ma svolgeranno funzione antiparassitaria sul balcone.
8 Condivido esperienze con altri contadini di città, un'ottima occasione per scambiarsi semi, piante, consigli.
9 Anche l'occhio vuole la sua parte e il nostro orticello deve essere un luogo gradevole dove riposarsi e passare del tempo. Lasciamo quindi spazio anche per vasi di fiori e magari anche per un tavolino per pranzare e cenare al fresco.

Sempre più persone in città hanno desiderio di un po' di natura intorno a casa. Ben un italiano su quattro nell'ultimo anno si è dedicato alla cura di un orto personale. Passatempo gratificante per alcuni, antidoto allo stress per altri, è anche un modo per gustare cibi freschi e genuini direttamente in casa propria, risparmiando sul conto della spesa specie se si è soliti acquistare verdura bio. All’inizio si acquistano piantine e forse non tutte le esperienze sono gratificanti...Quando avremo conosciuto meglio le esigenze delle piante potremo partire dai semi (molto conveniente!). E proprio i nostri semi daranno le piante più robuste! Non per forza si deve disporre di un giardino o di un ampio spazio all'aperto per mettersi all'opera. Anche piccoli terrazzi o un semplice balcone possono diventare fonte di soddisfazioni (non solo culinarie), con un po' di tempo, di passione e buona volontà.
Ecco l'Abc con i consigli fondamentali per trasformare il nostro fazzoletto di terra in un mini Eden biologico.

venerdì 30 marzo 2012

In Germania il primo supermarket Vegan d'Europa

Alla fine di febbraio, a Dortmund, è stato aperto il primo - e unico - supermarket vegano d'Europa. Nello spazio di 90 metri quadrati non vi troviamo i comuni prodotti che potremmo trovare in un qualsiasi supermercato. Sono banditi tutti quelli di origine animale, derivanti dalla morte diretta o indiretta degli stessi e tutti i prodotti testati. Chi sono i consumatori dei prodotti vegan e quali sono le motivazioni che li spingono ad abbracciare questo stile di vita?

di Tamara Mastroiaco - 28 Marzo 2011 www.ilcambiamento.it

Alla fine di febbraio è stato aperto in Germania il primo supermarket vegano d'Europa.
I proprietari di questo singolare supermarket, che è stato aperto nel cuore della città di Dortmund, sono i coniugi Kim e Ralf Kalkowski, i quali hanno deciso di passare da un negozio virtuale Vegan Wonderland a un vero e proprio negozio battezzato Vegilicious. Su consiglio dei consumatori, che nello shop on line potevano trovare ben 1800 prodotti, la coppia di gestori si è lanciata, creando il primo supermercato vegano d'Europa.

Sopra gli scaffali possiamo trovare circa 1.600 prodotti, tutti esclusivamente non di origine animale; quindi sono assolutamente banditi carne, pesce, uova, formaggi, miele e latte ma anche prodotti che non siano totalmente cruelty free e testati su gli animali. A servire la eterogenea clientela ci sono ben 16 dipendenti, perché l'industria vegana è in espansione.

Secondo la Vegane Gesellschaft - un'associazione che principalmente si occupa di fare informazione e orientare le persone verso il veganismo - in Germania ci sono almeno 600 mila vegani e il numero aumenta notevolmente di anno in anno anche a causa del crescente numero di persone allergiche ad alcuni alimenti. La clientela è diversificata e tra le persone che decidono di non consumare più prodotti di origine animale troviamo chi fa questa scelta per motivi etici, chi per motivi sociali, ambientali o salutistici. Coloro che sono spinti da motivi etici in realtà sono coloro che hanno abbracciato lo stile di vita vegan in todo.
Il vegano è colui che esclude dalla propria alimentazione gli alimenti che possono contenere derivati animali e tutti quei prodotti che comportano l'uccisione o lo sfruttamento degli animali stessi; il vegano non indossa una pelliccia, un paio di scarpe in pelle, non compra un indumento di lana o seta, non usa per la cura e la bellezza del proprio corpo prodotti testati sugli animali o pulisce la propria casa con prodotti chimici.


dolci veganIl make up che acquistiamo e utilizziamo per sentirci più attraenti o l'ultimo prodotto sgrassante per il lavello ad esempio, se testato, ha sfigurato, deformato, accecato, ucciso milioni di animali nei laboratori. Il collo di pelliccia che indossiamo con molto orgoglio e per il quale siamo disposti a pagare cifre notevoli non è altro che un furto e un sopruso che l'uomo commette nei confronti del povero animale al quale abbiamo derubato la sua pelle o la sua pelliccia.

Chi fa questa determinata scelta non è colui/colei che rinuncia alla propria vanità o alla propria cura del corpo. Solo che si impegna profondamente a trovare soluzioni alternative magari girando diverse erboristerie per trovare il prodotto non testato o andando a cercare abiti creati con materiali differenti, ma non per questo scadenti. Stesso discorso vale per l’alimentazione.
Queste motivazioni - appena accennate e sulle quali ognuno di noi può fermarsi a riflettere - hanno spinto Ralf, il proprietario del supermarket, a compiere una scelta consapevole: crearsi un luogo di lavoro nel quale muoversi, vivere, agire senza sfruttare o uccidere gli animali e nel quale i propri clienti possano trovare tutto quello che gli occorre per proseguire il loro percorso di vita vegan.
Egli afferma: “La mia scelta è del tutto etica, gli animali vanno lasciati vivere e riprodursi per fatti loro, non vanno sfruttati”.

Tofu sott'olio

Il tofu...aimè non sa di nulla..ma questo forse è un vantaggio perchè possiamo pasticciarlo come più ci piace!

Provate questa ricetta di tofu sottolio, veloce da preparare e comodo da trovare già pronto in frigorifero quando non si ha tempo e voglia di cucinare; inoltre prepararlo da sè si risparmia!!!

Tofumini al verde    www.vegfacile.info

Preparare una salsina con frutta secca tritata (noci, pinoli, nocciole), prezzemolo e basilico tritati, una buona dose di olio d'oliva e un pizzico di sale. Mettere un cucchiaio di questa salsa sul fondo di uno o più vasetti di vetro larghi e bassi (o su una piccola pirofile).
Tagliare il tofu a fette di circa mezzo cm di spessore, metterlo sopra lo strato di salsa, aggiungere un po' di sale, coprirlo di salsa, e fare cosi' 2-3 strati a seconda di quanto se ne vuole preparare. Aggiungere olio d'oliva, mettere in frigo e lasciar macerare per 1-2 giorni in modo che si insaporisca. Dura fino a 5-6 giorni.

giovedì 29 marzo 2012

La Svezia elimina il denaro contante. Più potere alle banche?


La Svezia si prepara ad essere il primo Paese al mondo ad eliminare il denaro contante per passare ad una economia regolata dalla moneta elettronica. È questa la soluzione ai nostri problemi, o si tratta di una nuova potentissima forma di controllo?

di Andrea Romeo - 29 Marzo 2012   www.ilcambiamento.it

banconote svedesiSapevate che la Svezia è stato il primo paese, nel 1661, ad introdurre le banconote come sistema di scambio di merci? Ebbene, quasi come se quello della Svezia fosse un vero e proprio 'destino', sembrerebbe che questa oggi si prepari ad essere anche il primo paese nel pianeta ad eliminare il contante e passare definitivamente ad una economia regolata dalla moneta elettronica.

A tal proposito, il giornale canadese Chronicle Herald il 18 marzo ha pubblicato un articolo sulla possibilità di una società 'cashless' (senza contante) in Svezia. A quanto pare nella maggior parte delle città svedesi, scrive il Chronicle Herald, i trasporti pubblici funzionano solo con la carta di credito, mentre un gruppo di uffici bancari ha smesso contemporaneamente di usare denaro e un piccolo ma crescente numero di negozianti non accetta più contante.
Perfino le chiese svedesi accettano solo denaro digitale. Esempio è la Carl Gustaf Church del Karlshamn, nel sud della Svezia, dove il pastore Vicar Johan Tyrberg recentemente ha installato un macchinario per la lettura delle carte di credito per permettere ai suoi fedeli di fare le loro offerte.

Bjoern Ulvaeus, leader del gruppo pop svedese Abba nel 1971, ha affermato che “non vedo alcuna ragione per cui dovremmo continuare a stampare monete”. Sostiene Par Karlsson, portavoce della Swedish Banker's Association, “meno denaro in circolazione permette maggiore sicurezza sia per lo staff delle banche che per la pubblica sicurezza”. Le rapine alle banche sono diminuite da 110 nel 2008 ad appena 16 nel 2011, e la corruzione politica è diminuita grazie alle tracce lasciate dall'uso della moneta digitale.

Non tutti comunque appoggiano questa politica. C'è chi vede questo come un modo per far ingrandire il potere delle banche. Inoltre una economia di questo tipo non sarebbe esente da cyber-attacchi da parte di 'pirati cibernetici'.
In una situazione economica disastrosa per i popoli a causa della crisi finanziaria, dove gli stati hanno perso la propria sovranità monetaria e molte persone ripiegano in alternative come il baratto o forme di scambio di diversa natura, la Svezia reagisce delegando alle banche e al denaro il potere di controllare tutti i rapporti di scambio tra gli individui. È questa la soluzione ai nostri problemi, o si tratta di una nuova potentissima forma di controllo?

Commento: e la privacy dove la lasciamo?Chi ha accesso ai miei dati, può sapere cosa compro al supermercato, in farmacia, dove vado a pranzare e cenare, quanto frequento il cinema, il teatro, la palestra. La la vendita e lo studio dei miei dati relativi al mio consumo avviene già aderendo alle carte di fidelizzazione dei supermercati e di altre attività commerciali. Inoltre pagando in contanti la commessa (a meno che non si frequenti assuduamente l'attività commerciale) non conosce il mio nome e cognome (lo so che può non interessarle...ma è sempre mancanza di privacy).Questo è uno degli inconvenienti, ammetto che utilizzare solo carte elettroniche è molto più comodo..ma pericoloso se ci si lascia prendere la mano perchè si riscia di non avere la percezione dei soldi e quindi si spende arrivando al limite dell'indebitarsi.

mercoledì 28 marzo 2012

Uk, centri sociali anarchico-vegani. Karola Formella ci racconta il Cowley Club

Negli ultimi anni in Inghilterra si è assistito alla nascita e alla diffusione di centri sociali e culturali fondati sul rispetto per ogni forma di vita e promotori di un regime alimentare vegano. Per saperne di più sull'organizzazione e la filosofia di queste realtà abbiamo intervistato Karola Formella, attivista del Cowley Club, uno dei primi centri sociali anarchico-vegani del Regno Unito, con sede a Brighton.

di Andrea Romeo - 27 Marzo 2012 www.ilcambiamento.it

 

cowley clubL'Inghilterra è tra i primi paesi in Europa ad aver attuato riforme importanti riguardo alla 'questione animale' negli ultimi anni.
A partire dalle politiche di informazione ai cittadini attraverso i simboli 'cruelty free' e 'vegan friendly' nelle etichette dei prodotti di largo consumo (persino nelle bottiglie d'acqua si trova il simbolo che indica che il prodotto è 'vegan'), fino alla diffusione di sempre più prodotti 'alternativi' alla carne e derivati ormai onnipresenti nei supermercati piccoli e grandi, il Regno Unito mostra di essere un paese civile in grado di effettuare grandi cambiamenti in tempi relativamente ristretti. Complice anche una certa apertura mentale da parte dei cittadini, forse grazie alla loro recente storia che li vede protagonisti nelle grandi questioni che riguardano il pianeta e quindi aperti anche al nuovo e al diverso, reattivi.

Attraverso le numerose campagne portate avanti dai gruppi animalisti che vantano una certa tradizione, si assiste in Inghilterra alla nascita e alla diffusione di centri sociali e culturali che propongono il veganismo e quindi il rispetto per ogni forma di vita. A tal proposito ho incontrato Karola Formella, attivista del Cowley Club, uno dei primi centri sociali anarchico-vegani dell'Inghilterra con sede a Brighton, che mi ha raccontato cose interessanti sull'organizzazione e la filosofia di queste realtà.

Come funziona e qual è l'ideologia di un centro culturale anarchico-vegano?
Come si evince dall'epiteto, la filosofia di base del nostro centro culturale è quella anarchica, cioè non vi sono 'capi' ma ci consideriamo tutti uguali, anche se il definirci 'anarchici' è qualcosa che non mi piace: non amo le etichette. Diciamo che siamo persone libere, e tali vogliamo sentirci. Le decisioni generali sulle politiche di gestione del Cowley vengono prese con il consenso di tutti gli appartenenti al gruppo attraverso delle riunioni mensili in una specie di tavola rotonda.
Per prendere le decisioni tutti devono essere d'accordo, perché crediamo che ogni membro abbia un importante ruolo nelle politiche da seguire che riguardano il centro culturale: basta il 'no' di uno per rimettere in discussione una decisione su una determinata questione, e a volte ci può voler del tempo prima di mettere in pratica una data idea.
Chiunque può entrare a far parte del Cowley a condizione che rispetti le regole del posto. Abbiamo volontari che vengono ad aiutare al cafe, o che gestiscono la biblioteca, il bar, oppure che aiutano nell'organizzazione degli eventi. Diamo lezioni di inglese gratuite agli stranieri, ai rifugiati e agli esiliati politici. Organizziamo attività di cinema, cabaret, musica dal vivo. Facciamo molti incontri culturali e dibattiti politici. Queste attività sono tutte orientate verso l'aiuto del prossimo in generale, e cerchiamo di cambiare il mondo secondo la nostra visione e punto di vista. Ad esempio, tra i gruppi che frequentano il Cowley, abbiamo gli attivisti per i diritti dei gay, gli animalisti, movimenti per i diritti delle donne, etc. Siamo inoltre contro il capitalismo e la moneta.

Che mi dici riguardo al veganismo? Siete tutti vegani? E qual è la relazione tra veganismo e anarchia?
Il nostro cafe è vegano. Tutti i giorni i volontari vengono qui a cucinare piatti vegan e apriamo il Cowley a coloro che vogliono gustare un pranzo vegano a basso costo. La cucina è inoltre aperta a tutti: se conosci buoni piatti vegani vieni e cucini per gli altri. Offriamo anche da mangiare a chi non ha denaro. Non so se tutti gli attivisti del Cowley sono vegani perché non posso sapere cosa loro facciano fuori da qui. Posso dire con certezza che la maggior parte lo è. A grandi linee noi crediamo nel rispetto reciproco e che questo debba essere applicato anche nei confronti degli esseri più deboli come gli animali: non è giusto imporre loro la nostra superiorità.

Video: L'Olanda è il regno delle due ruote. Ecco perché



 "L'Olanda è il paese con il più alto numero di ciclisti del mondo, ma è anche il posto più sicuro del mondo per andare in bici". Perché? Ce lo spiega questo interessante mini-documentario sulla storia della ciclabilità in Olanda, una storia che dovrebbe diventare modello per tutti gli altri paesi.

domenica 25 marzo 2012

Muffin banana e cioccolato

In teoria di  sabato e domenica si dovrebbe aver tempo per dedicarsi agli hobby o come preferisco definirle, passioni. Io ho quella per la cucina e questo week-end proverò questa ricetta vegana, salutare per noi e giusta per gli animali.

Ancora una volta una ricetta golosa proposta dlla chef Lorenzo Fantini (vegano) alla trasmissione "Mamma mia"





Muffin banana e cioccolato
80 gr di cacao in polvere (meglio se del commercio equo)
170 gr di farina
1 bustina di lievito
250 ml di latte di soia, riso farro etc
60 ml di olio d'oliva (o girasole)
50 gr di zucchero di canna (meglio se del commercio equo)
mezza banana sciacciata (meglio se del commercio equo si trovano nei despar quelle di CTM e Fair Trade in alcuni supermercati

Vedi anche Muffins e Plum cake