mercoledì 28 marzo 2012

Uk, centri sociali anarchico-vegani. Karola Formella ci racconta il Cowley Club

Negli ultimi anni in Inghilterra si è assistito alla nascita e alla diffusione di centri sociali e culturali fondati sul rispetto per ogni forma di vita e promotori di un regime alimentare vegano. Per saperne di più sull'organizzazione e la filosofia di queste realtà abbiamo intervistato Karola Formella, attivista del Cowley Club, uno dei primi centri sociali anarchico-vegani del Regno Unito, con sede a Brighton.

di Andrea Romeo - 27 Marzo 2012 www.ilcambiamento.it

 

cowley clubL'Inghilterra è tra i primi paesi in Europa ad aver attuato riforme importanti riguardo alla 'questione animale' negli ultimi anni.
A partire dalle politiche di informazione ai cittadini attraverso i simboli 'cruelty free' e 'vegan friendly' nelle etichette dei prodotti di largo consumo (persino nelle bottiglie d'acqua si trova il simbolo che indica che il prodotto è 'vegan'), fino alla diffusione di sempre più prodotti 'alternativi' alla carne e derivati ormai onnipresenti nei supermercati piccoli e grandi, il Regno Unito mostra di essere un paese civile in grado di effettuare grandi cambiamenti in tempi relativamente ristretti. Complice anche una certa apertura mentale da parte dei cittadini, forse grazie alla loro recente storia che li vede protagonisti nelle grandi questioni che riguardano il pianeta e quindi aperti anche al nuovo e al diverso, reattivi.

Attraverso le numerose campagne portate avanti dai gruppi animalisti che vantano una certa tradizione, si assiste in Inghilterra alla nascita e alla diffusione di centri sociali e culturali che propongono il veganismo e quindi il rispetto per ogni forma di vita. A tal proposito ho incontrato Karola Formella, attivista del Cowley Club, uno dei primi centri sociali anarchico-vegani dell'Inghilterra con sede a Brighton, che mi ha raccontato cose interessanti sull'organizzazione e la filosofia di queste realtà.

Come funziona e qual è l'ideologia di un centro culturale anarchico-vegano?
Come si evince dall'epiteto, la filosofia di base del nostro centro culturale è quella anarchica, cioè non vi sono 'capi' ma ci consideriamo tutti uguali, anche se il definirci 'anarchici' è qualcosa che non mi piace: non amo le etichette. Diciamo che siamo persone libere, e tali vogliamo sentirci. Le decisioni generali sulle politiche di gestione del Cowley vengono prese con il consenso di tutti gli appartenenti al gruppo attraverso delle riunioni mensili in una specie di tavola rotonda.
Per prendere le decisioni tutti devono essere d'accordo, perché crediamo che ogni membro abbia un importante ruolo nelle politiche da seguire che riguardano il centro culturale: basta il 'no' di uno per rimettere in discussione una decisione su una determinata questione, e a volte ci può voler del tempo prima di mettere in pratica una data idea.
Chiunque può entrare a far parte del Cowley a condizione che rispetti le regole del posto. Abbiamo volontari che vengono ad aiutare al cafe, o che gestiscono la biblioteca, il bar, oppure che aiutano nell'organizzazione degli eventi. Diamo lezioni di inglese gratuite agli stranieri, ai rifugiati e agli esiliati politici. Organizziamo attività di cinema, cabaret, musica dal vivo. Facciamo molti incontri culturali e dibattiti politici. Queste attività sono tutte orientate verso l'aiuto del prossimo in generale, e cerchiamo di cambiare il mondo secondo la nostra visione e punto di vista. Ad esempio, tra i gruppi che frequentano il Cowley, abbiamo gli attivisti per i diritti dei gay, gli animalisti, movimenti per i diritti delle donne, etc. Siamo inoltre contro il capitalismo e la moneta.

Che mi dici riguardo al veganismo? Siete tutti vegani? E qual è la relazione tra veganismo e anarchia?
Il nostro cafe è vegano. Tutti i giorni i volontari vengono qui a cucinare piatti vegan e apriamo il Cowley a coloro che vogliono gustare un pranzo vegano a basso costo. La cucina è inoltre aperta a tutti: se conosci buoni piatti vegani vieni e cucini per gli altri. Offriamo anche da mangiare a chi non ha denaro. Non so se tutti gli attivisti del Cowley sono vegani perché non posso sapere cosa loro facciano fuori da qui. Posso dire con certezza che la maggior parte lo è. A grandi linee noi crediamo nel rispetto reciproco e che questo debba essere applicato anche nei confronti degli esseri più deboli come gli animali: non è giusto imporre loro la nostra superiorità.
"La filosofia di base del nostro centro culturale è quella anarchica, cioè non vi sono 'capi' ma ci consideriamo tutti uguali"
Pensiamo ci sia una connessione tra veganismo e anarchia perché la nostra libertà non può essere fine a se stessa, ma essa deve in qualche modo essere utile agli altri, e il veganismo, a nostro vedere, oltre ad essere una forma di rispetto nei confronti degli animali (la nostra libertà finisce là dove comincia quella degli altri) è certamente una pratica che permette la liberazione dal sistema capitalistico.
Nella nostra biblioteca abbiamo molti libri che parlano di liberazione animale come condizione necessaria per la liberazione dell'uomo, oltre che dell'uguaglianza e della dignità di tutti gli esseri viventi, nessuno escluso. Questo non significa che tutti gli anarchici siano anche vegani, e non obblighiamo nessuno a diventarlo. Essere vegani deve essere una evoluzione e non una rivoluzione. Il nostro obiettivo è quello di mostrare alla gente che un altro mondo è possibile, che basta volerlo veramente, ma vogliamo fare ciò in modo del tutto non-violento.

Quando avete cominciato e come?
Brighton è la città col maggior numero di vegani, in percentuale, sul pianeta. Circa dieci anni fa gruppi di attivisti squattavano (occupavano, n.d.a.) edifici dove aprivano di volta in volta clandestinamente cafe vegani. Infine questi hanno deciso di mettere insieme i loro capitali facendosi aiutare dalle famiglie, amici etc. e di comprare questo edificio, all'epoca diroccato. Lo hanno rimesso a nuovo ed è nato così il Cowley Club dedicato all'attivista Henry Cowley.
Lo so che può sembrare un controsenso l'aver usato il denaro, ma era l'unico modo per essere legali e portare avanti le nostre ideologie. Attraverso gli introiti delle nostre attività abbiamo ripagato gli investitori iniziali e i soldi che guadagniamo dalle nostre iniziative e dal cafe servono adesso solo per la gestione del Cowley. Il centro non appartiene a nessuno, è di tutti quelli che credono in un mondo migliore. Nessuno qui viene pagato.
Mi dai qualche altro dettaglio sulla cucina? Come funziona?
È semplice. C'è una lista e chiunque può segnarsi e cucinare il giorno in cui si è prenotato. Abbiamo un menu standard, ma se qualcuno ha un'idea particolare (ad esempio sei italiano e vuoi fare una lasagna vegana) puoi. In cambio offriamo il pranzo e due consumazioni al bar. La gente viene qui e mangia cibo buonissimo vegan preparato da persone di diverse culture e paesi, e nel frattempo può sbirciare un libro nella biblioteca, o prendere un te', etc.

Che mi dici degli altri centri culturali anarchico-vegani? Siete connessi?
Ce ne sono diversi, ma alcuni sono nati da poco quindi non so dirti molto su questi. Sicuramente in Inghilterra ce ne sono cinque ufficiali: il Cowley Club di Brighton, il Sumac Center di Nottingham, il 120 di Brathfold, il Poop Cafe di Londra e l'OK Cafe di Manchester. Facciamo incontri e riunioni mensili con loro. Ce ne sono anche in altri paesi, come l'Ungdomskuset e lo Youthhouse in Danimarca, diversi in Olanda e molti in Germania.

Cosa sai del movimento animalista in Inghilterra?
Anche qui l'animale è considerato comunque sottomesso all'uomo. Da un lato il governo emana leggi sempre più severe per chi maltratta gli animali, come le recenti leggi che restringono notevolmente la caccia alla volpe ad esempio, ma si rischia molto e si può finire in galera se si fanno azioni radicali, per esempio di liberazione. Posso con certezza affermare che al recente Brighton Vegetarian Festival erano presenti più di 25 associazioni animaliste da tutto il Regno Unito e, considerando che era una manifestazione 'piccola', questo dato è indice del fatto che c'è una sempre maggiore partecipazione e presa di coscienza sulla questione animale da parte della gente.

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