26 Aprile 2013 da www.ilcambiamento.it
La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia Ue per non aver non aver attuato correttamente la direttiva che vieta l'allevamento in batteria delle galline ovaiole. Anche la Grecia è stata deferita alla Corte per lo stesso motivo.
In base alle norme Ue, dal primo gennaio 2012 tutte le galline ovaiole hanno diritto a maggiore spazio per fare il nido, razzolare e appollaiarsi. In base al divieto sono consentiti esclusivamente allevamenti con sistemi alternativi alle gabbie e l’allevamento nelle gabbie modificate o cosiddette 'arricchite'.
Le gabbie, dunque, possono continuare ad esistere, ma soltanto se offrono a ciascuna gallina una superficie pari a 750 centimetri quadrati, lettiere, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie.
Il 26 gennaio 2013 la Commissione Ue ha inviato un ultimatum a Roma e ad Atene chiedendo ai due Paesi di mettersi in regola, insieme ad altri 11 Stati membri. Dei 13 Stati membri che hanno ricevuto la comunicazione, sono solo Italia e Grecia a non aver ancora provveduto ad attuare la normativa europea.
Malgrado i ripetuti appelli delle autorità europee ai due Paesi perché affrontino il problema, finora la legge europea non è stata ancora applicata. Da qui, dunque, la decisione finale di ricorrere alla Corte di giustizia europea.