sabato 26 marzo 2011

Il prezzo del caffè

Cosa c'è dietro una tazzina di caffè?
Il meccanismo della speculazione
Il prezzo del caffè oggi si forma solo formalmente in regime di libera concorrenza, in realtà il potere di determinare i prezzi è in mano a poche multinazionali, siano esse imprese di commercializzazione o soggetti finanziari gestori di fondi di investimento, fondi pensione o speculatori professionali.
 
Il caffè nelle Borse di New York e Londra viene negoziato attraverso i contratti a termine, anche conosciuti come futures.

Tecnicamente con i futures il caffè viene acquistato dalle grandi società di importazione occidentale ancor prima di essere raccolto, contemporaneamente viene fissato un termine per la consegna (in genere 3 mesi o 6 mesi): ciò significa che il caffè non viene scambiato fisicamente ma costituisce l'oggetto di contratti o documenti.

Dopo il versamento di un acconto pari circa al 10% dell'importo stabilito per la partita di caffè da parte dell'impresa acquirente, il pagamento della merce avviene al momento della consegna. Se tra la chiusura del contratto e il momento della consegna si verifica un incremento del prezzo, l'acquirente può rivendere il caffè ancor prima che gli venga consegnato- dunque senza averlo mai neppure visto- traendone in tal modo un profitto derivante dalla differenza tra il prezzo d'acquisto e quello di vendita.

Nei mercati futures non c'è alcuno scambio di merci fisiche. Il rischio di queste transazioni é naturalmente assai elevato. Se tra l'acquisto e la vendita intercorre un lungo periodo di tempo, la riduzione del prezzo può determinare gravi perdite per l'intestatario del contratto, il quale cercherà perciò di tutelarsi tramite contratti di garanzia nel mercato del future. In questo caso egli venderà una merce ancora prima di possederla ad un prezzo sufficientemente elevato.

Il caffè è spesso oggetto di speculazioni che innalzano (o abbassano) il suo prezzo in maniera del tutto slegata da fattori come l'andamento della produzione, il deterioramento degli stock, ecc. nonostante che quasi ogni aumento o ribasso dei prezzi sotto sotto abbia una causa "fisica", i prezzi del caffè sono sempre stati influenzati, e a partire dalla creazione del libero mercato nel 1989 in misura sempre maggiore, dai grandi investitori finanziari. Appena i prezzi sono bassi e quindi cisi aspetta che le scorte scarseggino, come è stato il caso all'inizio del 1994 e nel 1997, gli investitori si gettano sul mercato del caffè con ingenti capitali. Non sono interessati al caffè in sè: i loro acquisti sono solo di natura speculativa, dato che lo comprano solo con l'intenzione di rivenderlo in un secondo momento, nella speranza di realizzarci grossi guadagni. L'improvvisa domanda da loro creata fa alzare automaticamente i prezzi, fino al momento in cui gli investitori decidano di raccogliere i loro utili e allora si verifica di nuovo una caduta dei prezzi.

A questo tavolo da gioco però sono in pochi a partecipare e men che meno i produttori, che subiscono pesantemente gli effetti della caduta dei prezzi, ma non ottengono nessun beneficio quando questi salgono.

Ulteriori approfondimenti:

"Gusto amaro" a cura di Oxfam ed. Altreconomia

"Quando il caffè è un piacere sociale- storia, origini, coltivazione e produzione, mercati internazionali, caratteristiche organolettiche, ricette e produttori per liberare il vero aroma del caffè" dossier edito da Ctm Altromercato

Maria Moretti a Geo & Geo per spiegare il mercato del caffè, le speculazioni finanziarie e la soluzione del commercio equo e solidale. Guarda il video!





Nessun commento:

Posta un commento