6 Ottobre 2011 www.ilcambiamento.it

L'incidente si è verificato nel corso di un'ispezione annuale condotta dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ed Euratom, organismo europeo dell'energia atomica.
Secondo la ricostruzione fatta dalla stessa Belgoprocess, l'incidente sarebbe avvenuto a causa di un errore di manipolazione: un piccolo contenitore, una sorta di bottiglietta simile ad un flaconcino per i medicinali, è caduto versando il campione di plutonio prelevato per un controllo di routine.
Quando è avvenuto l'incidente l'ispettore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica accompagnato da un collega di Euratom e da un funzionario di Belgoprocess, stava conducendo una verifica di routine. I tre si sono sottoposti alla procedura di decontaminazione esterna e a controlli sanitari e al momento si sta valutando il grado di esposizione al quale sono stati sottoposti.
Le autorità belghe hanno comunicato che il luogo è stato subito isolato e che non ci sono state fughe radioattive all'esterno dell'impianto. Ma è davvero così? Considerati i recenti casi di sottovalutazione dei rischi cui abbiamo assistito negli ultimi mesi è lecito dubitare delle tempestive rassicurazioni.
Il 12 settembre scorso quando si è verificato l'incidente nel sito di trattamento di scorie nucleari a Marcoule, in Francia, le autorità hanno immediatamente escluso fughe radioattive all'esterno della centrale. Eppure in seguito le verifiche hanno dimostrato che il forno in cui si è verificata l'esplosione conteneva radioattività quasi 500 volte di più rispetto a quanto riferito inizialmente dal gestore del sito EDF. L'incidente, subito definito “industriale”, è stato inoltre in seguito classificato al livello 1 della scala Ines, quella che misura la gravità degli incidenti nucleari.
Anche nel caso del disastro di Fukushima, il più grave dai tempi di Chernobyl, le autorità nipponiche hanno a lungo minimizzato i rischi e i danni provocati alla centrale dal devastante doppio cataclisma che l'11 marzo scorso ha messo in ginocchio il Giappone. Delle dichiarazioni "ufficiali" a ridosso degli incidenti, ormai lo sappiamo, c'è poco da fidarsi.
A.P.
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