venerdì 24 giugno 2011

Pd, polemica sulla Festa dell’Unità Le donne: “Quel manifesto ci offende”

 Redazione Il Fatto Quotidiano 23 giugno 2011
 
 
 "Sconcertato" si è definito il comitato nazionale 'Se non ora quando'. Proteste anche dall'interno del partito. Nella campagna, una donna si tiene la gonna che rischia di sollevarsi. Perché "cambia il vento", recita lo slogan

La sinistra inciampa ancora su una minigonna. Dopo la provocatoria campagna pubblicitaria del 2008 di Oliviero Toscani per ‘L’Unità’, a fare discutere quest’anno è uno dei manifesti per la ‘Festa dell’Unità’ di Roma, organizzata dal Pd. “Cambia il vento” recita lo slogan, figlio dei successi – alcuni inaspettati – alle amministrative e ai referendum. Una ragazza tiene a bada la sua gonna corta, che rischia di solleversi per il vento: questa l’immagine scelta. “Si vedono solo le gambe e le mani, nemmeno la testa”, commentano alcuni utenti in rete, criticando la scelta definita “maschilista” dal partito. ”Un misto di invidia sulle donne” e una “mancanza di originalità”, invece, per la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso.

“Sconcerto” è stato invece espresso dal comitato nazionale ‘Se non ora quando’. “L’abbinamento fra lo slogan e l’ennesima immagine strumentale del corpo femminile ci lascia stupite e attonite”, scrivono in una nota. Dal comitato viene così lanciato un appello al Pd romano, affinché ritiri la campagna, “anche per rispetto verso milioni di donne italiane il cui voto è stato fondamentale nelle amministrative e nei referendum nazionali del 12 e 13 giugno”. Una preoccupazione condivisa dalle stesse esponenti della Conferenza regionale e romana delle donne democratiche. Che si dicono sorprese dallo “scivolone realizzato con il manifesto”, “da cui si dissociano fermamente, ribadendo che l’uso strumentale del corpo delle donne è bandito dalla nostra cultura ed azione politica”.


Eppure non è la prima volta che i pubblicitari – forse tutti uomini – della ‘Festa dell’Unità’ in salsa democratica giocano con immagini femminili che suscitano polemiche. Già lo scorso anno una miss un po’ svampita, com’è stata descritta on line, rappresentava l’Italia. Per i suoi 150 anni – portati benissimo e con il sorriso – stringeva a sé un grande mazzo di rose rosse. Un manifesto di “una stupidità allucinante”, lo aveva definito la deputata Pd Paola Concia. E basta andare ancora indietro con la memoria per ripescare il “Ciao, bella” dell’edizione 2008 della festa. Con sotto l’immagine di una ragazza appena sveglia, ancora nel letto a stiracchiarsi. In quell’occasione, più che le femministe, a non gradire erano stati i puristi dei canti dell’eredità di sinistra. Niente a che vedere con la campagna pubblicitaria madre di tutte queste polemiche: quella del 2008 del quotidiano ‘L’Unità’. In cui il giornale stava infilato nella tasca posteriore della minigonna di jeans di una bella donna in maglia rossa. Una provocazione non inaspettata però, considerata la mano che l’ha firmata: quella di Oliviero Toscani.

Diversa l’interpretazione data dai giovani del Pd del quinto Municipio della capitale, secondo cui la minigonna del manifesto non rappresenta affatto lo stereotipo femminile della donna-oggetto, ma è anzi il simbolo di una rivoluzione di 40 anni fa, quella femminista, che ha reso le donne più libere e padrone del proprio corpo. La stessa ventata di cambiamento che avviene oggi nel nostro paese. E che, secondo i giovani democratici, assegna proprio alle donne un ruolo di primo piano. Perché non pensare alle energie rinnovabili, “che sono state al centro del recente referendum”, invece? E’ la controproposta di alcuni democratici del quarto Municipio, tra cui il vicepresidente Riccardo Corbucci, che si appellano alla direzione del partito affinché decida di rimuovere i manifesti.

http://www.ilfattoquotidiano.it 

Francesca commenta
Non c'è nulla da fare, sembra più forte degli uomini, utilizzare il corpo delle donne e non il loro. Fa ridere la giustificazione di qualcuno che risponde alle critiche dicendo “Si vedono solo le gambe e le mani, nemmeno la testa”, non mi risulta che per vendere un prodotto la testa di una modella sia preponderante, a meno che questa non abbia atteggiamenti  provocatori espressi con le labbra, la lingua, gli occhi etc oppure che debba pubblicizzare uno schampoo.
Peccato che non si veda la faccia o meglio la testa della ragazza (forse le donne non hanno testa?), sto portando agli estremi la questione, ma prima di pubblicare un'immagine di questo tipo bisogna riflettere molto, anche se un'idea simile non sarebbe neanche duvuta nascere...per caso ha partecipato una donna alla preparazione di questa campagna pubblicitaria?! 

In questo manifesto l'attenzione viene per forza incentrara sulle gambe e su cosa c'è sotto la gonna. Anzi è provocatoria e maliziose le mani che tengono ferma la gonna (purtroppo per gli uomini). Questa immagine ricorda la scena ormai celebre di Marylin Monroe che trattiene la gonna dal vento che esce dalle prese d'aria della metropolitana, immagine di donna svampita che capita per caso sopra il getto d'aria e non si sposta, mentre il suo accompagnatore si ferma a guardarla. Cosa c'entra una gonna con il vento (presunto) di cambiamento che respira il pd? Come direbbe il personaggio Cetto Laqualunque di Antonio Albanese Il vento del cambiamento porterà "Pii Pilu per tutti!"?
Non era meglio la bandiera del partito che riprende a sventolare?! Il Pd a mio riguardo non è ancora credibile! Manca ancora il rispetto per le donne e molto altro.


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