Redazione Il Fatto Quotidiano 20 agosto 2011
La protesta contro le agevolazioni fiscali alla Chiesa, che in questi giorni di crisi e manovra aveva più volte fatto capolino nel dibattito politico, sbarca su Internet con una pagina Facebook che in poche ore ha raccolto oltre 50mila adesioni, dal titolo inequivocabile: “Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria”. In alto a sinistra un riquadrino con papa Ratzinger che sembra come buttare in aria a piene mani un pugno di dollari. Evidentemente, un fotomontaggio. Un mare i post di commento. Si va da “Non solo Ici, ci fregano miliardi con l’8 per mille” al romanesco “Cacciate li sordi”, passando per veri e propri link a petizioni on line, come quella per l’applicazione dell’Ici agli immobili del Vaticano. E da un check dei profili che i promotori stanno conducendo emerge che a scrivere sono laici e cattolici, gente di sinistra e non.
Su questa spinta è nata l’iniziativa web, che vuole restare “moderata – assicura il suo promotore -. Per questo ci stiamo preoccupando di eliminare i messaggi violenti, razzisti, gli attacchi gratuiti alla Chiesa o quelli su temi non attinenti, come i casi di pedofilia tra i preti: ne va della nostra crediblità. Non a caso, dopo aver aperto la pagina Facebook due giorni fa, appena ci siamo accorti che ci avevano clonato dando spazio solo a commenti estremisti, siamo intervenuti”. E il richiamo di Bagnasco? “E’ giusto: troppi evasori, bisogna pagare le tasse. Ma lui è l’ultima persona che può dirlo. L’Italia non può continuare a finanziare la Chiesa: si autofinanzi”.
www.ilfattoquotidiano.it
Dalla pagina di Fecebook:
«Non è pensabile che in una manovra economica che taglia di tutto, comprese le spese per il sociale, l'unica cosa intoccabile siano i privilegi del Vaticano»
Ora basta! Facciamo vedere che non ne possiamo più di essere sudditi del Vaticano e di politici sempre genuflessi
Quando sulla rete i cittadini si mobilitano per occupare i vuoti lasciati dai partiti, non serve a nulla gridare all'anticlericalismo o all'antipolitica.
Occorre invece dare delle soluzioni a quanto chiediamo: tagliare l'8 per mille ed eliminare i privilegi fiscali come quelli dell'ICI, senza togliere un euro alle parrocchie ma solamente alle attività commerciali e alle iniziative politiche della CEI.
Nessun commento:
Posta un commento