Interpreti: Libero De Rienzo, Valentina Lodovini, Michele Riondino, Ennio Fantaschini.
Genere: Drammatico-Biografico
Anno: Italia 2008
Durata: 105’26’’
Trama
E' la storia del giornalista Giancarlo Siani che, a 26 anni appena compiuti, è stato ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, sotto la sua casa nel quartiere residenziale del Vomero, a Napoli, colpevole solo di voler fare il suo mestiere con professionalità e rigore.
In onda lunedì 5 Settembre alle 21.00
dal sito dedicato a Giancarlo Siani www.giancarlosiani.it
Giancarlo Siani era un giovane giornalista
pubblicista napoletano. Fu ucciso a Napoli, la sera del 23 settembre
1985, sotto casa, nel quartiere residenziale del vomero: aveva compiuto
26 anni il 19 settembre, pochi giorni prima.
Appartenente
ad una famiglia della borghesia medio-alta napoletana, Siani, aveva
frequentato con ottimo profitto il liceo classico al "Giovanbattista
Vico" dove, alla cultura classico-umanistica aveva affiancato quel
fermento politico dei movimenti della sinistra studentesca, conosciuto
come "i ragazzi del 77" dal quale si distacco' per un passaggio
attraverso i movimenti non violenti.
Si era iscritto all'Universita' e,
contemporaneamente, aveva iniziato a collaborare con alcuni periodici
napoletani, mostrando sempre spiccato interesse per le problematiche
sociali del disagio e dell'emarginazione, individuando in quella fascia
il principale serbatoio della manovalanza della criminalita'
organizzata, "la camorra".
Inizio' ad analizzare prima il fenomeno sociale
della criminalita' per interessarsi dell'evoluzione delinquenziale delle
diverse "famiglie camorristiche", calandosi nello specifico dei singoli
individui. Fu questo periodo che contrassegno' il suo passaggio
dapprima al periodico "osservatorio sulla camorra" rivista a carattere
socio-informativo, diretta da Amato Lamberti e successivamente al
quotidiano "Il Mattino", come corrispondente da Torre Annunziata presso
la sede distaccata di Castellammare di Stabia, Comune di oltre 90mila
abitanti, distante una decina di chilometri da Torre Annunziata. E cosi
Siani inizio' a frequentare quella redazione, trattenendosi a scrivere
lì i propri articoli: in pratica faceva vita di redazione, pur non
potendo ufficialmente, essendo solo un corrispondente.
Ma era accettato, non soltanto perche' si sapeva
che di lì a qualche tempo il Direttore avrebbe firmato la lettera
d'assunzione, ma perchè Giancarlo si faceva accettare per il suo modo di
essere allegro, gioviale, sempre disponibile, sempre pronto ad avere
una parola per chiunque, di conforto o di sprone, nella gioia come nella
tristezza. Comunque le voci giravano: si sapeva che era soltanto
questione di pochi mesi, un anno al massimo e Giancarlo sarebbe stato
assunto. Fu in questo lasso di tempo che Siani scese molto in
profondita' nella realta' torrese senza tralasciare alcun aspetto,
compreso e forse soprattutto quello criminale, che anzi approfondi' con
inchieste sul contrabbando di sigarette e sull'espansione dell'impero
economico del boss locale, Valentino Gionta.
Un'esperienza che lo fece diventare fulcro dei
primi e temerari movimenti del fronte anticamorra che sorgevano.
Promotore di iniziative, firmatario di manifesti d' impegno civile e
democratico, Siani era divenuto una realta' a Torre Annunziata: scomodo
per chi navigava nelle acque torbide del crimine organizzato,
d'incoraggiamento per chi aveva una coscienza civile, ma non aveva il
coraggio per urlare.
Lui, invece, urlava con i suoi articoli, urlava con
umilta', ma paradossalmente riusciva ad insinuarsi. Aveva capito che la
camorra s'era infiltrata nella vita politica, della quale riusciva a
regolare ritmi decisionali ed elezioni.
La decisione di ammazzarlo fu
presa all'indomani della pubblicazione di un suo articolo, su "Il
Mattino" del 10 giugno 1985 (leggi l'articolo) relativo alle
modalita' con le quali i carabinieri erano riusciti ad arrestare
Valentino Gionta, boss di Torre Annunziata (attualmente in carcere
condannato all'ergastolo) Siani spiego' che Gionta era diventato alleato
del potente boss Lorenzo Nuvoletta (deceduto) , amico e referente in
Campania della mafia vincente di Toto' Riina.
Nuvoletta aveva un problema con un altro potente
boss camorristico con il quale era giunto sul punto di far scoppiare una
guerra senza quartiere. L'unico modo di uscirne era soddisfare la
richiesta di costui e cioe' eliminare Gionta. Nuvoletta che non voleva
tradire l'onore di mafioso, facendo uccidere un alleato, lo fece
arrestare, facendo arrivare da un suo affiliato una soffiata ai
carabinieri. Siani venne a conoscenza di questo particolare da un suo
amico capitano dei carabinieri e lo scrisse, provocando le ire dei
camorristi di Torre Annunziata. Per non perdere la faccia con i suoi
alleati di Torre Annunziata, Lorenzo Nuvoletta, con il beneplacito di
Riina, decretò la morte di Siani.
L' organizzazione del delitto richiese circa tre
mesi, durante i quali Siani continuo' con sempre maggior vigore la
propria attivita' giornalistica di denuncia delle malefatte dei
camorristi e dei politici loro alleati, proprio nel momento in cui
piovevano in Campania i miliardi per la ricostruzione delle zone colpite
dal terremoto del 1980. Questa e' la verita' giudiziaria dimostrata
dagli inquirenti 8 anni dopo il delitto, con la collaborazione di alcuni
pentiti e confermata per tutti gli imputati, (con la sola eccezione del
boss Valentino Gionta,) nei tre gradi di giudizio con una serie
d'ergastoli. Ma sicuramente dietro l'uccisione del giornalista Siani ci
sara' anche dell'altro………
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