Uomo Guarani © Survival |
La Shell e il colosso brasiliano dei biocarburanti Cosan operano insieme con il marchio “Raizen”.
Parte dell’etanolo commercializzato, venduto come biocarburante, è ricavato dalla canna da zucchero cresciuta sulla terra ancestrale dei Guarani.
“Da quando l’industria ha cominciato a operare” si legge in una lettera degli Indiani indirizzata alle due compagnie, “la nostra salute è venuta meno: stanno peggio i nostri figli, gli adulti e anche gli animali”.
Si pensa che a provocare diarrea acuta tra i bambini guarani e a uccidere pesci e piante siano i prodotti chimici utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero.
“Non riusciamo più a trovare molte delle medicine che un tempo crescevano nella foresta” lamentano i Guarani.… “Le piante sono morte per il veleno… I coltivatori non ci hanno mai consultato né ci hanno mai chiesto il permesso prima di piantare sulla nostra terra”.
Scarica la lettera dei Guarani (in portoghese, pdf, 266 kb).
campo di canna da zucchero © Sarah Shenker/ Survival |
Intanto, molti Guarani vivono in condizioni spaventose, in riserve sovraffollate o accampati ai margini della strada. I Guarani sono stati assassinati a decine mentre cercavano di rioccupare la loro terra ancestrale e molti altri hanno subito violenze. I Guarani di Pueblito Kuê sono solo gli ultimi ad aver subito degli attacchi da quando hanno rioccupato la loro terra all’inizio del mese scorso.
"È tragicamente ironico che i consumatori acquistino l’etanolo dalla Shell come un’alternativa ‘etica’ ai combustibili fossili” ha commentato Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International. “Non c’è sicuramente nulla di etico nel modo disumano con cui sono trattati i Guarani. Il governo brasiliano deve far rispettare le sue leggi e fermare la totale distruzione della loro terra.”Scarica il rapporto inviato da Survival alle Nazioni Unite sulla disperata situazione dei Guarani (pdf, 2.4 MB)
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