martedì 27 dicembre 2011

Foie gras. Patè di fegato d'oca: I campioni dell’ingozzamento si prendono uno schiaffo.

di Barbara Primo 7 dicembre 2011 www.promiseland.it 

I campioni dell’ingozzamento si prendono uno schiaffo.

 

















 
I tre quarti della produzione e del consumo mondiale di foie gras avvengono in Francia.

Nel 2006 la filiera del foie gras otteneva al Parlamento la votazione di una legge che dichiarava che il foie gras ottenuto per ingozzamento fa parte del patrimonio gastronomico e culturale protetto in Francia.
Da allora la classe politica non ha smesso di difendere un’industria che rende gli uccelli malati per venderne il fegato ipertrofico. Pertanto la contestazione all’ingozzamento continua ad aumentare.

Il 27 luglio 2011 il segretario di stato al commercio estero, Pierre Lellouche, convoca l’ambasciatore tedesco in Francia e esige che “la Germania faccia prova della più alta autorità” in un affare gravissimo. La terza guerra mondiale sta per esplodere?
Niente foie gras a Anuga
Tutto cominciò il sei luglio. Quel giorno gli organizzatori del salone Anuga fanno sapere che il foie gras non sarà autorizzato. Anuga è una grande fiera internazionale di prodotti alimentari. Si tiene a Colonia (dall’8 al 12 ottobre nel 2011). Rifiutare l’esposizione e la degustazione di fegati malati estratti da uccelli sovra-alimentati a forza: ecco l’errore imperdonabile che lo stato tedesco è stato richiamato a correggere.
Una decisione logica
In Germania, l’ingozzamento è vietato dalle leggi di protezione degli animali. Tutti gli iper-mercati hanno eliminato il foie gras dai loro scaffali. Se ne trova solo nelle piccole boutique di alimentari di lusso.

Nell’Unione Europea la produzione di foie gras è giusto tollerata: è ancora permessa solo laddove ancora praticata.
Un rapporto del comitato scientifico  della Commissione Europea ha stabilito dal 1998 che l’ingozzamento porta pregiudizio agli uccelli. Solo le pressioni dei produttori ha impedito che tale pratica venisse vietata nell’Unione, nonostante sia incompatibile con le norme europee per il benessere degli animali.


I fedeli servitori dell’industria del foie gras
In seguito alla decisione degli organizzatori di Anuga i professionisti del foie gras si sono avvalsi della loro fitta rete di appoggi politici, costituitasi con l’appoggio dei lobbysti di professione. La risposta è stata compatta: protesta dei politici eletti del Sud-Ovest (regione del foie gras n.d.t.), dove i discorsi di politici socialisti si sono affiancati a quelli del CNPT.
Scroscio di interrogazioni parlamentari indignate al Senato e all’Assemblea Nazionale. Già l’11 luglio, Bruno Le Maire, ministro dell’agricoltura, scriveva al suo collega tedesco chiedendogli di intervenire presso gli organizzatori del salone perché rivedano questa “decisione inaccettabile”…
La lobby del foie gras ha le braccia lunghe, ma non abbastanza per attraversare il Reno parrebbe. Le autorità tedesche e gli organizzatori del salone non hanno ceduto alle pressioni.
L214 (associazione francese impegnata da anni nella lotta contro l’ingozzamento n.d.t.) ha accolto con entusiasmo la decisione coraggiosa del salone Anuga e ha scritto alle autorità tedesche per renderli partecipi del loro sostegno (anche altre associazioni per la protezione degli animali l’hanno fatto). Ringraziamo tutti quelli che hanno risposto all’appello e hanno scritto all’ambasciata tedesca, agli organizzatori di Anuga e al sindaco di Colonia per incoraggiarli a non cedere.
Tradotto dall’articolo comparso sul L214 Mag n. 4 ottobre-gennaio 2012
www.stopgavage.com


(Foto di Jerry ツ su Flickr)

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