giovedì 26 maggio 2011

L'acqua (non) è una merce. Perché è giusto e possibile arginare la privatizzazione

L’acqua è ormai una merce? 
 
Con la benedizione di politici e media, l’acqua si appresta a diventare -da bene comune e diritto di tutti- un affare per pochi. Una torbida verità la cui fonte è la recente riforma dei servizi pubblici locali. Questo libro ricostruisce la storia della privatizzazione dell’acqua in Italia dal 1994 a oggi, dimostrando come e perché la gestione pubblica degli acquedotti può essere la più efficiente. Per tenere, come dice il prezioso testo inedito di Erri De Luca “il conto delle gocce”.

Nuova edizione aggiornata e ampliata. Prefazione di Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia

Luca Martinelli è giornalista e redattore del mensile “Altreconomia”. Tra i firmatari dei questi referendari contro la privatizzazione del servizio idrico integrato, ha svolto ricerche in ambito universitario sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. È anche autore di “Imbrocchiamola! Dalle minerali al rubinetto, piccola guida al consumo critico dell’acqua” (Altreconomia, 2011), libro ormai giunto alla quarta edizione, e di “Le conseguenze del cemento” (Altreconomia, 2011).

  ascolta l'intervista di Luca Martinelli a "Babel", Radio Popolare

  ascolta l'intervista di Luca Martinelli a Radio Vaticana


Dalla lettura di questo libro ho scoperto che tutta la faccenda è iniziata nel 1994 con l'introduzione della legge Galli (n.36/94). In particolare con la definizione di  un sistema tariffario basato sul principio del Full Recovery Cost , ove la tariffa corrisposta dal cittadino dovrebbe coprire non solo il costo del servizio, ma anche tutti i costi d'investimento. (pp.17)
Ne consiglio la lettura!!!






Imbrocchiamola! Dal rubinetto alle minerali, piccola guida al consumo critico dell'acqua"
(88 pagine, 4 euro), di Luca Martinelli, è il libro che smaschera i falsi miti sull’acqua di casa.

Torna in un’edizione aggiornata e con importanti novità un classico di Altreconomia Edizioni (75mila copie vendute!), “Imbrocchiamola!”, guida al consumo critico dell’acqua. Il nome riprende la fortunata campagna, a cui hanno aderito Legambiente, Comune di Milano, decine di ristoratori e altri enti. 

Un tema ancor più forte in vista dei referendum sul decreto Ronchi, per i quali sono state raccolte 1 milione e 400mila firme.
Lo spunto è una limpida verità: dal rubinetto del 96% degli italiani esce acqua potabile e sicura, ma siamo tra i maggiori consumatori al mondo di acqua minerale in bottiglia, abitudine gravosa per il portafoglio e insostenibile per l’ambiente.
 
Nelle prima parte si fa conoscenza con i “padroni dell’acqua”: pochi grandi gruppi che si contendono il mercato delle minerali in bottiglia a colpi di spot pubblicitari più volte dichiarati “ingannevoli”. Aziende che si dividono un mercato da oltre 3 miliardi di euro, mentre nelle casse pubbliche arrivano solo le gocce.
Non meno importante è una corretta lettura dell’etichetta, che consente finalmente un confronto tra l’acqua in bottiglia e quella del Sindaco, a tutto vantaggio del rubinetto e la spiegazione di quali controlli vengono eseguiti sugli acquedotti.


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