martedì 31 maggio 2011

Verona, parco faunistico finisce sotto sequestro

30/05/2011

Sette rapaci tra i quali tre gufi reali, falchi, barbagianni, due linci, tre lupi e due istrici sono stati posti sotto sequestro dal Corpo Forestale dello Stato, su segnalazione della LAV: è accaduto al parco «Al Bosco» di Romagnano di Grezzana (Verona), dopo una lunga fase di accertamenti. Il provvedimento di sequestro è stato firmato dal gip Monica Sarti su richiesta del pm Paolo Sachar,
Bruno proprietario del parco
e ora i due titolari del Parco, un uomo e una donna, dovranno rispondere di detenzione di animali incompatibile alla natura e di maltrattamenti.



La LAV intende costituirsi parte civile nel procedimento, per garantire giustizia a questi animali che ora sono stati trasferiti in altre strutture mentre quelli rimasti nel Parco sono stati dati in affido giudiziario a una veterinaria del distretto dell'Asl di Grezzana.


Con questa brillante operazione il Corpo Forestale dello Stato ci permette di smascherare una struttura che risulterebbe operare al di fuori dei limiti della legalità utilizzando animali a fini di lucro, anche di specie particolarmente protette, e detenendoli in condizioni assolutamente incompatibili, sia dal punto di vista fisico che ambientale”, afferma Nadia Masutti, responsabile nazionale LAV Settore Circo, Zoo ed Esotici.

Appare particolarmente grave che per troppo tempo questa struttura abbia potuto fregiarsi del titolo di "parco faunistico" che le ha permesso di interagire con le istituzioni scolastiche tanto da diventare una meta didattica per  numerose scolaresche – dichiara Lorenza Zanaboni della LAV Verona - Riteniamo impensabile offrire alle giovani menti un messaggio così distorto della natura, dove ad esempio i rapaci notturni sono costretti alla luce del sole, legati ad una zampa, pur di offrire un discutibile spettacolo.”

Ci chiediamo quanti di questi complessi esistano sul nostro territorio, di difficile mappatura, e in quanti di questi si rasenti il maltrattamento animale, fornendo peraltro ai visitatori un messaggio fuorviante del rapporto con la natura”, conclude Nadia Masutti.

Le condizioni di detenzione degli animali

La relazione del medico veterinario appare inequivocabile: «Di fatto le condizioni di detenzione», ha scritto il medico nella relazione, «non riproducono habitat affini alle zone di provenienza degli animali e non permettono, nel caso dei rapaci, di svolgere movimenti o pratiche di volo indispensabili per mantenere la salute psico-fisica». E ancora: «Le modalità di detenzione dei rapaci ricordano vecchi sistemi di ostentazione al pubblico di carattere circense o semplicemente "da spettacolo", non rispettando in alcun modo la loro natura».

www.lav.it

 

 

 

 

 

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