lunedì 23 maggio 2011

Monsanto “inventa” il melone

di Nicoletta De Cillis

23 maggio 2011 - L’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) ha concesso alla multinazionale Monsanto il brevetto per una varietà di melone ottenuto con metodi di incrocio tradizionali. A denunciarlo è stata una coalizione che riunisce oltre 160 organizzazioni della società civile, “No patents on seed”, contrarie alla brevettabilità della materia vivente e che accusano la Monsanto di biopirateria.

Il 4 maggio 2011 l’EPO ha riconosciuto all’azienda biotech il brevetto EP 1 962 578 riguardante i semi e i frutti di una varietà di melone resistente al virus CYSDV (Cucurbit yellow stunting disorder virus), ottenuto introducendo un gene per la resistenza all’agente patogeno derivato da una pianta della specie Cucumis melo varietà agrestis, che cresce spontanea in molte aree dell’Africa e dell’Asia.

La coalizione contesta la decisione dell’EPO in quanto, nel dicembre 2010, l’Ufficio brevetti aveva stabilito che semi e piante prodotti con metodi di selezione convenzionale, quale il melone in questione, non possono essere brevettate. Il prodotto della Monsanto non è infatti una “invenzione” ma una pianta ottenuta attraverso la selezione assistita da marcatori molecolari (MAS), una tecnica che utilizza le conoscenze di biologia molecolare vegetale per selezionare varietà con particolari caratteristiche senza ricorrere alla tecnica del DNA ricombinante.

 

La Monsanto è accusata inoltre di aver compiuto un atto di biopirateria per aver chiesto il brevetto su una varietà sviluppata da un’azienda sementiera olandese da lei acquisita, la DeRuiter, che originariamente aveva sviluppato con tecniche convenzionali la varietà resistente al particolare virus utilizzando le parentali selvatiche indiane. La concessione del brevetto, sostengono le organizzazioni, bloccherebbe per sempre l’accesso al materiale genetico utile per salvare le colture dagli agenti infestanti e garantire la sicurezza alimentare.

www.fondazionedirittigenetici.org 

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